L’hanno beccato all’uscita dell’autostrada Milano-Torino. Gli hanno fatto la prova del palloncino ed hanno scoperto che aveva un tasso alcolico di 0,8 mentre quello consentito è di 0,5. I carabinieri gli hanno subito ritirato la patente. Lui si è difeso bene. Ha detto: sono un sacerdote, ho detto quattro messe, ho bevuto perciò quattro volte Vin Santo. I carabinieri non ci hanno voluto sentire e il sacerdote ha annunciato il ricorso al giudice di pace. E’ già molto che non abbia detto che si trattava di un complotto di carabinieri comunisti, scusa che di questi tempi va molto. Ma mi restano alcune perplessità. La prima è: perché i giornali non hanno riportato il nome del sacerdote? Solo la Repubblica si è azzardata a mettere le iniziali, M.C.. Gli altri nulla. Solo che si tratta di un prete originario di Bologna. Roba di privacy? E se io fossi il genitore di un bambino che di tanto in tanto affido alla guida del prete beone? E’ più importante la privacy del sacerdote o la vita di mio figlio? La seconda: il vino è parte di un miracolo in quanto si trasforma nel sangue di Gesù Cristo. Non vorrei apparire blasfemo. Ma mi sembra proprio la prima volta che il sangue di Cristo causa il ritiro della patente. La terza: d’accordo, quattro messe, ma proprio Vin Santo doveva usare? Non bastava un normalissimo Novello a bassa gradazione? Va bene, non è periodo di Novello. E un semplice Grignolino?

[csf ::: 08:40] [Commenti]
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Marco Follini, che una volta era di centro destra e che adesso non solo è di centro sinistra ma è anche uno dei nomi grossi del Partito Democratico, è intervenuto sul problema delle primarie e del prossimo congresso. In un Paese dilaniato dalle elezioni che hanno spaccato l’Italia in due più del treno merci deragliato a Prato, in un Paese dove il premier non vuole ammettere di essere in declino e il leader dell’opposizione dice che le elezioni non potevano andare meglio per la sinistra, va bene tutto. Ma mi chiedo come faccia Follini ad essere contento che le primarie si svolgeranno sostanzialmente fra due soli contendenti, che lui chiama, il furbetto, Effe e Bi. Primo dilemma, chi saranno? Fassino e Bindi? Binetti e Fioroni? Mah. A me piacerebbe che, così, anche per scherzare, si invitasse la gente a votare chiunque, liberamente, secondo coscienza, magari solo per contarsi, per togliere ai politici le decisioni e riconsegnarle alla base. D’Alema, Veltroni, Rutelli, Fassino, Franceschini, Bersani, Letta, Bindi, Prodi, Parisi, Cofferati, Soru e perché no Serracchiani. Chi vorreste come segretario del Pd? Si correrebbe il rischio di avere delle sorprese. Proprio quello che nessuno vuole.

[csf ::: 08:39] [Commenti]
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Vantarsi dei propri meriti è un diritto. Esagerare, magari, non è una grande idea. Ed ecco Davide Mengacci che non può fare a meno di ricordare alle masse italiane che tutto ciò che tocca diventa oro. Prendi Mara Carfagna. Una volta era una attrice, diciamo così. Partecipava a trasmissioni televisive. Tra queste la Domenica del Villaggio. Condotta da Mengacci. Il Pigmalione. L’uomo che ama le donne e porta loro fortuna. Se Mara Carfagna ha fatto carriera, è diventata ministro, lo deve a lui. “Finora ho portato bene alle mie collaboratrici”, dice Mengacci. E che dire di Barbara Matera? Addirittura deputata europea è diventata dopo aver fatto “Fornelli d’Italia” con lui. “E’ perché io scelgo le mie collaboratrici per delle caratteristiche mentali prima che fisiche. Io nei miei programmi non prendo velinacce, smandrappate”. Mengacci non prende né velinacce né smandrappate. Quelle che prende diventano come minimo parlamentari. Donne siete avvertite. Se volete darvi alla politica fate le veline per Mengacci. In alternativa festeggiate i 18 anni a Casoria.

[csf ::: 08:38] [Commenti]
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La foto l’ha pubblicata “La gazzetta di Lecco”. Il ministro del Turismo, Michela Brambilla, alla festa dell’Arma dei Carabinieri, a Lecco, due settimane or sono, dopo l’inno nazionale, mentre i militari salutavano militarmente (ovvio), salutava col braccio teso, ma proprio teso, con la mano tesa, ma proprio tesa. A volere essere maligni si potrebbe pensare ad un saluto romano, ma proprio romano, quasi fascista, ma proprio fascista. Il ministro del Turismo, Michela Brambilla, se la prende con la sinistra che ha criticato il gesto.
Dice: “Questa sinistra fa proprio ridere. Non avendo argomenti politici, i nostri avversari si sono ridotti a misurare l’angolazione del mio gomito quando saluto i cittadini o a calcolare l’altezza delle mie braccia”. Come darle torto? Un ministro non può salutare a braccio teso che subito la sinistra misura l’angolazione del gomito (che per altro non c’è perché il braccio è teso) e calcola l’altezza del suo braccio (altissimo). Ma ci sarebbe venuto in mente di pensare ad un saluto romano. A noi.

[csf ::: 08:36] [Commenti]
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Non si dica che il premier non ha chi lo difende. Mara e Flavio sono subito accorsi in suo aiuto ma il più generoso è stato Marcello. Il padre fondatore di Forza Italia ha detto che lui, grande amico del Cavaliere, minorenni a Villa Certosa non ne ha mai viste. Al giornalista del Corriere ha detto che in queste feste sarde Silvio balla e scherza tra cactus e agrumi. “Non l’ho mica capito perché vi ostinate a immaginare che alle feste di Villa Certosa accada chissacché…”. Ma non basta. A queste feste c’è grande generosità. «Gelati e pizze gratis per tutti”. Il colpo vincente. Gelati e pizze gratis per tutti. Qualcuno ha ancora voglia di parlare male di Silvio? Ma allora è malafede. Io posso testimoniare che alle feste di Franceschini le piadine vengono fatte pagare un euro e ottanta l’una e che a casa di Walter Veltroni due anni fa ho chiesto durante una festa qualcosa da mangiare e mi è stata servita una combinazione supplì, peroncino e caffé a quattro euro e cinquanta. Iva esclusa. Quando ho chiesto un gelato mi è stato detto che c’era una gelateria dietro l’angolo. E già che c’ero, se avessi potuto prendere un paio di chili di cioccolato, nocciola e panna montata…

[csf ::: 08:33] [Commenti]
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