E prima il grembiulino, e poi il 5 in condotta, e poi il maestro unico, e poi il ritorno del merito e poi l’attacco ai maestri meridionali. E pensare che all’inizio a me Maria Stella Gelmini piaceva. Ma adesso non se ne può più. Adesso sembra una piccola Brunetta, una brunettina, che gode nel prendere decisioni impopolari. Ma chi l’avrebbe immaginato che se la sarebbe presa anche con i bambini? Se un bambino in prima elementare avrà anche un solo cinque sarà bocciato, senza possibilità di riparare. “Signora mia, suo figlio deve ripetere la prima, non sa fare le aste”. “Sa che le dico signora maestra? Faccio ricorso al Tar”
Inflessibile, Maria Stella vuole che il bambino ignorante ripeta la prima. E non si fermerà qui. Già tremano i bambini dell’asilo. Se non impareranno bene le canzoncine saranno bocciati. Anche due o tre anni di seguito. E’ ora di finirla col permissivismo settantottino. E non parliamo degli asili nido. Chi si farà la cacca sotto avrà l’insufficienza in condotta. E che i genitori non vengano a protestare. Se fosse per loro, i figli crescerebbero come degli smidollati. Si comincia coi pannolini sporchi e si arriva ignoranti all’università. E poi come faranno i cervelli italiani a fuggire all’estero?

[csf ::: 07:56] [Commenti]
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Vorrei sapere chi ha inventato questa storia che bisogna fare quello che uno dice e non quello che uno fa. Probabilmente un prete. Comunque sicuramente un predicatore, un politico, un filosofo. Almirante diceva che non si doveva divorziare ma lui era divorziato. Quando Casini e Berlusconi predicavano l’importanza della famiglia loro ne avevano due. I cattolici sostengono che non si deve fare l’amore prima del matrimonio ma non ne trovo uno che arrivi vergine alle nozze. Quanti comunisti (beh, diciamo quanta gente di sinistra) mandano i figli nelle scuole private, o addirittura cattoliche? Quanti politici fanno leggi che essi stessi non rispettano? E quel prete sorpreso a letto con la moglie del suo migliore amico? Quanti comandamenti ha stracciato? Ha mentito, ha tradito l’amicizia, ha – come dicono loro – fornicato non essendo sposato, ha desiderato la donna d’altri. Ma che cosa mi dite di Carolina Lussana? Leghista, bergamasca, giovane, bella, sveglia, vicepresidente della Commissione Giustizia, ha deciso che per superare l’esame di abilitazione alla professione di avvocato la sede migliore era Napoli, dove la percentuale di promossi all’orale si avvicina al 90 per cento. Napoli, capitale morale di quella Terronia che Carolina e i suoi amici con le camicie verdi vorrebbero non facesse parte dell’Italia. Ma la capisco, forse. Deve aver male interpretato il consiglio dei suoi amici del nord che le avevano detto: “Carolina, se vuoi fare carriera vai all’estero”.

[csf ::: 07:53] [Commenti]
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Si chiama Instant Film. Un film su un avvenimento appena successo. E lo avremo. Una storia d’amore sull’Amore dell’Anno. La bella e il capo di Stato, Carla Bruni e Nicolas Sarkozy, versione raffinata e ad alto livello del calciatore e la velina. La favola, il lieto fine, la telenovela per la televisione francese. Ma tranquilli, lo vedremo anche in Italia. Non so ancora i nomi degli interpreti. Che bello sarebbe se fossero proprio loro due. Che invidia per noi italiani. Noi che non siamo riusciti nemmeno a fare un film su Silvio e Veronica. E sì che lì c’era materia. Ma si può allestire una instant storia d’amore su Carlo Azeglio Ciampi e la signora Franca? Si può imbastire un racconto di di sogno e passione su Romano Prodi e Flavia Franzoni? Niente da fare. La penisola dell’amore deve cedere il passo ai francesi. Andremo a piangere sullo storione di Nicolas e Carlà. Ci accontenteremo del fatto che per metà è italiana. Magra consolazione. Ma potremmo già essere più contenti se ci dicessero quanto guadagneranno i due colombi. Perché, come dice il saggio, e ribadisce il titolo della prossima canzone di Carlà, il pleut sur le mouillé. Piove sul bagnato.

[csf ::: 07:06] [Commenti]
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A Maria Stella Gelmini ne hanno dette di tutti i colori. E prima le intercettazioni che tutti sapevano che cosa contenessero ma nessuno pubblicava, forse, magari, chissà, anche perché non esistevano. E poi quella storia del ritorno al grembiulino. E poi quella storia del ritorno ai voti. E poi quella storia del ritorno al maestro unico. E lei sempre lì, forte, decisionista, il ministro sono io e decido io. Confesso, mi era piaciuta. Non c’è più gran rivoluzionario di un reazionario spinto. Aspettavo con ansia il giorno in cui avrebbe reintrodotto i calamai e i pennini. E invece mi ha preso di contropiede. Aveva preannunciato il ritorno al merito (lo sappiamo no? Il 68 ha distrutto la scuola italiana) e svillaneggiato gli insegnanti meridionali. Poi si è scoperto che Ella stessa era andata a fare il concorso di Stato in quelle sedi di esami del Sud dove promuovevano tutti. Che c’è di strano? Il paraculismo in Italia è legale. In alcuni casi è perfino consigliato dal premier. Doveva proprio lei fare la pierina? Mariastella, a nome di tutti i paraculi d’Italia ti mando la nostra solidarietà. Però mettiti almeno il grembiulino e vai un’oretta dietro la lavagna. Sette in condotta. Da me. Un maestro unico.

[csf ::: 18:45] [Commenti]
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