- 26 Aprile 2008
“Ero nato di otto mesi, fragile e sottopeso, tanto che i medici mi avevano pronosticato la morte. Mia madre Wanda, devota a san Francesco Saverio, chiese la sua intercessione. E il santo le disse in sogno: non ti preoccupare, diventerà un cantante famoso”. Ecco che cosa succede a diventare un cantante famoso. Che poi credi ai miracoli. Da un certo punto di vista il racconto che Antonello Venditti ha fatto a “Petrus” fa tenerezza. Sembra infatti che Venditti consideri un miracolo il fatto di essere diventato un cantante famoso. Lo pensano in molti ma lui non dovrebbe buttarsi così giù. Una rilettura più attenta della confessione di Venditti a “Petrus” potrebbe però portare ad un diversa interpretazione. Il miracolo potrebbe anche essere semplicemente la sopravvivenza del suddetto Venditti. E quindi la successiva carriera solo un “aiutino” del santo Francesco Saverio. Se tanto mi dà tanto c’è da chiedersi quali santi, e con quali poteri ben più grandi, abbiano preso sotto la loro protezione Toto Cutugno, Mino Reitano e i Jalisse
- 22 Aprile 2008
Che succede se uno studente non studia? Secondo Roberto Volpi , preside dell’Istituto d’Arte Bernardino di Betto di Perugia, è un dramma. Come dargli torto? Già vedo il dramma di una famiglia che si svena per far ottenere uno straccio di diploma al proprio figlio e non ottiene il minimo risultato. E il dramma di un giovane che finirà per accontentarsi di un lavoro purchessia tradendo le proprie iniziali aspirazioni. Ma per il presidente il dramma è un altro. Essendosi accorto che molti, anzi troppi studenti della sua scuola avevano avuto valutazioni insufficienti, ha avuto paura che la situazione generasse e mettesse in crisi il suo istituto. E ha scritto una circolare invitando i suoi professori ad essere più larghi nei voti per evitare “conseguenze disastrose sugli organici e sulla sopravvivenza stessa dell’istituto”. Stupendo. Il problema non è il futuro dei discepoli ma il futuro dei discenti. Promuovi tutti e il tuo posto di lavoro è salvo. La logica è quella stringente di mercato. Se un’azienda non funziona, viene chiusa. Se il bilancio è in rosso, si portano i libri in tribunale e si dichiara fallimento. Scuola, maestra di vita
- 13 Aprile 2008
Quando mi occupavo con una certa frequenza di voltagabbana, Ferdinando Adornato veniva indicato da tutti come uno dei campioni del fenomeno del banderuolismo. Lui, giovane virgulto della sinistra che più sinistra non si può, comunista verace, era passato armi e bagagli con Berlusconi che tutto sarà e tutto è disposto ad essere ma certo comunista no. Nando era diventato uno dei leader intellettuali di Forza Italia. Ma voltare gabbana è una condizione dell’anima, una predisposizione. Probabilmente dà anche assuefazione. Qualcuno dice: “Posso smettere quando voglio”. E invece ci ricasca. E infatti Nando ci è ricascato, ha mollato il Cavaliere e si è messo col suo peggior nemico attuale, Pieferdinando Casini. Ed ha cominciato a spiegare. I voltagabbana infatti si dividono in due categorie. Quelli che non vogliono spiegare nulla e quelli che spiegano in continuazione. Lui dice che non vuole essere definito “ex-comunista”. “Non lo sopporto. E’ come se mi definissero “ex-adolescente”.” Affascinante teoria. L’ideologia come periodo della propria vita. Si diceva una volta: “Si nasce incendiari e si muore pompieri” . Forse è questo che Nando vuole dire. Invecchiando si diventa anche cattolici? Non si sa. Nando dice che lui crede solo in Gesù Cristo, ma non sa se fosse il figlio di Dio. Non ci spiega se crede in Dio, magari sì, ma non sa se fosse il padre di Gesù Cristo. Di sicuro non crede più nel Cavaliere. “Forza Italia è diventato sempre più padronale”, ha detto. Sfugge il momento di questa mutazione improvvisa che ha impressionato l’”ex-comunista”. Anzi, l’”ex-adolescente”.
- 8 Aprile 2008
Ci sono vari sistemi per stabilire se qualcuno è entrato a fare parte del ristretto clan dei vip. Per esempio se Dagospia ne parla. Oppure se i giornalisti dei magazine lo chiamano per domandargli se usa boxer o slip. Se le ragazzine sostano sotto la sua finestra aspettando che si affacci alla finestra. Ovviamente se la gente lo ferma per strada e magari gli chiede un autografo. Se i baristi non gli fanno pagare il caffè macchiato. Se viene citato nei resoconti delle feste sulle terrazze romane. Se le aziende dei telefonini gli danno in uso gratuito un cellulare in quanto testimonial. Se non possono entrare in un negozio di via Frattina senza creare un ingorgo umano o almeno degli ammiccamenti tra gli altri clienti che si sussurrano a vicenda il suo nome. Se viene invitato alle sfilate primavera estate. Ma per Costantino Vitagliano, il tronista, tutto questo non basta. Per essere un vero vip, secondo Costantino, bisogna aggredire un fotografo. Finché non salti addosso ad un fotografo non senti di essere entrato a far parte degli happy fews. E così lui l’ha fatto. Dopo aver passato la vita sperando che qualche fotografo lo degnasse di attenzione, a Capri, ha messo le mani addosso a Gianni Riccio, fotografo dei vip, infastidito dai suoi scatti. E si è finalmente sentito realizzato.