- 16 Luglio 2005
Tutte le volte che il mondo del calcio incoccia con leggi e sanzioni rimango sbigottito dal relativismo giuridico degli italiani. C’è scritto che le squadre per partecipare ai campionati debbono essere in regola con le tasse, i contributi e gli stipendi? Vabbè, ma mica si diceva sul serio. Così quando una squadra viene punita scatta il piagnisteo. Non solo quello ovvio degli ultras che non brillano per potenza cerebrale. Perfino un uomo moderato e sano di mente come il ministro Antonio Martino, ministro della Difesa, si lascia andare a dichiarazioni tipo: “L’idea che il campionato di calcio venga deciso con la carta bollata e non sul campo è davvero inaudita”. L’idea che un ministro della Repubblica abbia un concetto così elastico delle leggi fa paura. Sarà perché il ministro è messinese e il Messina è una delle squadre sotto accusa?