- 20 Marzo 2007
Adesso che Piergianni Prosperini, consigliere regionale lombardo di An, ha deciso che per i gay non c’è che la garrota Apache cioè quel sistema in cui, uso le sue parole, “una cinghia di cuoio legata attorno alle tempie, asciugandosi al sole, si stringe e il cervello scoppia”, abbiamo completato il giro dei rapporti fra fascisti e omosessuali. Durante il fascismo li si irrideva, li si mandava al confino, qualcuno magari veniva anche invitato su un vagone piombato. Poi il disgelo. Per Fini oggi basta che non pretendano di fare i maestri. Tremaglia si accontenta di chiamarli culattoni. Fisichella si limita a licenziarli. Adesso il gioco si fa di nuovo duro. Ma viva la sincerità. Spappoliamogli il cervello e non se ne parli più. “Ma io ho usato un’iperbole!”, spiega Prosperini. E certo, chi siamo noi per vietare le iperboli? Iperbole per iperbole, pirla!