- 30 Maggio 2007
E’ di nuovo libero ma, vivaddio, il carcere non l’ha cambiato. Coerente, tutto d’un pezzo, sempre lo stesso guascone. Non come certi pappamolle o voltagabbana dei giorni nostri. Fabrizio Corona, l’agente fotografico finito in galera per la faccenda dei servizi fotografici venduti non ai giornali ma alle vittime dei paparazzi, non si fa intimorire. Cinque secondi dopo essere uscito da San Vittore dopo 90 giorni di carcerazione, si lascia circondare da giornalisti e telecamere (la riservatezza è il suo mito, l’understatement la sua regola di vita) e comincia a parlare. E rilascia la dichiarazione conciliante: “Sono vittima di quel talebano di Woodcock”. E poi, tanto per far capire che è sempre lui che guida il gioco: “Dirò le mie verità e saranno cazzi amari per tutti”. Per uno che è accusato di estorsioni e ricatti è proprio un gran rientro.