- 3 Dicembre 2007
Pier Ferdinando Casini si è presentato al gazebo di piazza De Gasperi a Palermo dove, come in tutta Italia, si votava per decidere il nome del nuovo partito unico della destra, unico, per adesso, solo nelle intenzioni del Cavaliere. Ha preso il modulo e ci ha scritto sopra: “Buon lavoro”. Beh, mica male come nome per il nuovo partito. Ben augurante. Poi però Casini ha spiegato che non si trattava del nome ma semplicemente di un augurio. Peccato. A me Buon Lavoro sarebbe piaciuto. Meglio di Forza Italia, comunque. Sicuramente avrebbe fatto scuola. Sai quanti nuovi partitini avremmo potuto creare sull’onda trionfale di Buon Lavoro? Per esempio “Felice Notte”. E magari “Ben tornato”. E perché no, “Come va?” “Tante care cose” “Statemi bene” “Che bell’aspetto” e il migliore di tutti “Arrivederci”. Purtroppo sono solo sogni. La realtà è che Casini con i suoi piccoli democristiani è arrabbiato con il Cavaliere che vuole togliere l’acqua dove nuotano i suoi pesciolini. E intanto incassa l’adesione di Cuffaro, che non lo molla. Così Saverio Romano, segretario siciliano dell’Udc, può dichiarare trionfante:”Qui l’”effetto Giovanardi” non c’è”. Sinceramente, che cosa sia io lo ignoro. Ma vivere in un Paese dove esiste l’”effetto Giovanardi” riempie il mio cuore di speranza.