- 23 Giugno 2008
Un vero duro questo Ratzinger. Non un morbidone come Napolitano. Così quando ha visto che Berlusconi ha in animo di modificare il diritto canonico, su suggerimento di monsignor Ghedini, introducendo un emendamento alla prossima enciclica che consenta l’accesso alla comunione anche ai divorziati, nel caso si tratti di alte cariche istituzionali, si è messo di traverso e ha detto che non c’è niente da fare. Tra divorzio e comunione resta incompatibilità. Ratzinger sa come è fatto Berlusconi. Gli dai la mano e si prende il braccio. Al Papa è giunta voce che Berlusconi vuole introdurre l’immunità parlamentare per alcuni peccati mortali che gli interessano particolarmente, il concubinaggio, il libertinaggio e il falso in bilancio. In alternativa si accontenterebbe della prescrizione. O il confessore ti dà la penitenza entro limiti di tempo accettabili oppure scatta l’assoluzione automatica. Una specie di silenzio assenso. Ma niente da fare. Appena saputo che Ratzinger ha detto no Berlusconi prima si è lamentato di essere stato frainteso dai giornalisti comunisti dell’Osservatore Romano poi ha denunciato il complotto dei vescovi rossi. “L’assoluzione”, ha detto, “me l’hanno data i cattolici che mi hanno eletto. Lasciatemi comunicare”.