- 6 Gennaio 2014
Un noto magistrato che è stato per molto tempo alla ribalta, mi disse una volta che le leggi italiane sono architettate in maniera tale da rendere incomprensibile il comportamento di coloro che si comportano bene. Le leggi e l’applicazione delle leggi sono a vantaggio di chi si comporta male. Depenalizzazioni, indulti, condoni, amnistie non servono a svuotare le carceri, che sono sempre pienissime. Servono solo a perdonare ladri ed evasori e convincerli che non rubare e pagare le tasse è un comportamento sciocco. Se io sono un evasore totale che cosa mi può succedere al massimo? Nel peggiore dei casi dopo una vita in cui ho accatastato miliardi, vengo beccato e concordo una transazione. Come è successo a tanti vip: alla fine pago un dieci, venti per cento del maltolto e sui giornali appaio anche con un eroe. Equitalia è inflessibile, mette le ganasce ai beni dei poveri, perseguita anziani colpevoli solo di non sapersi districare nei meandri della pubblica amministrazione. Il governo Renzi voleva depenalizzare la frode fiscale al di sotto del 3 per cento. Cioè: se io ho un imponibile di 100 milioni e ne evado meno di tre, non sono punibile. E perché mai? Perché in Italia (e nel mondo) le leggi le fanno i rappresentanti della classe egemone. Per i poveri, che non possono evadere perché dipendenti o disoccupati, resta una grande soddisfazione, quella di pagare le tasse anche per i ricchi. E scusate la banalizzazione. Si dice che non esistono più la destra e la sinistra. Ma qualcuno neghi che esistono ancora i ricchi e i poveri.