- 26 Novembre 2014
L’ha denunciata. Enzo Jacopino, presidente dell’Ordine dei giornalisti, ha denunciato Barbara Carmelita D’Urso dopo aver visto una puntata di Domenica Live. Ha assistito ad una sua intervista e non ce l’ha fatta più. Non potendola cacciare dall’Ordine, essendo Carmelita stata cacciata già anni fa, l’ha denunciata alla Procura. E’ suo diritto. Chiunque può denunciare chiunque. Sta al giudice poi decidere. Ma Enzo Jacopino spiega anche che “la signora D’Urso, pur non essendo iscritta all’Albo dei Giornalisti, compie sistematicamente un’attività (l’intervista) individuata come specifica della professione giornalistica, senza esserne titolata”. E titolando “Basta soubrette, ora le denunciamo“ ha annunciato che d’ora in poi “denuncerà alle magistratura per esercizio abusivo della professione giornalistica quanti galleggiano sul diritto dei cittadini all’informazione, senza dover rispondere a quelle regole deontologiche che impongono precisi doveri ai giornalisti”.
Qual è il problema? E’ che chi usa l’intervista senza essere iscritto all’Ordine è di fatto un criminale e rischia sei mesi di reclusione. L’intervista è un format di esclusiva pertinenza degli iscritti all’Ordine? Sembra di sì. E le interviste che fanno i sondaggisti? E gli interrogatori che fanno i poliziotti? E le domande che pongono i giudici? “Risponda alla domanda: dov’era la notte scorsa quando è stata uccisa sua moglie?” “Mi dispiace, lei non è iscritto all’Ordine dei giornalisti. Se continua così la denuncio”.
- 17 Novembre 2014
La regione del Trentino-Alto Adige ha diritti diversi rispetto alle altre, diritti che derivano dalla storia e dalla geografia. Generalmente i trentini fanno buon uso di questa autonomia. Non sempre, ma spesso. Adesso c’è la questione dei vitazioni dei consiglieri regionali. In tutta Italia si è corso ai ripari diminuendoli drasticamente. In Trentino Alto Adige, siccome sono diversi e più virtuosi, hanno fatto una legge che ha individuato degli errori nella legge precedente e chiesto agli ex consiglieri la restituzione di un sacco di soldi. A due consiglieri è stato chiesto più di un milione di euro indietro. Non lo so e non oso pensare quanto fosse il loro vitalizio intero visto che la restituzione è piccola parte. I trentini sono diversi e più virtuosi. Ma mica tanto. Metà degli ex consiglieri ha detto: cucù. E ha fatto ricorso. Sono stati presi a pernacchie dall’altra metà. Certezza del diritto, irretroattività della legge, diritti acquisiti e cose del genere. Ma in sostanza una figuraccia. “Noi difendiamo la nostra immagine”, ha detto uno di loro. Bella difesa. “Lo faccio per i cittadini”, ha detto un altro. Saran contenti i cittadini. Un ex consigliere, Pino Morandini, ha detto che per quanto riguarda i soldi lui risponde solo a Dio. Il più bravo è stato Luis Durnwalder, ex governatore della Regione. Ha detto che se il ricorso sarà respinto, resituirà i soldi. E certo, un attimo prima del pignoramento della casa.
Ps: tutti quelli del Pd hanno restituito, tutti quelli della Svp no.
- 12 Novembre 2014
Basta parlarci dieci minuti per capire che è un alieno. E questa è proprio la sua colpa : si è lanciato nella folle impresa di amministrare Roma forte soltanto della sua ingenuità e dell’assenza nel suo curriculum di qualche malversazione che lo avrebbe reso gradito a quel mezzomondo di politici cinici e bari che hanno il monopolio dell’amministrazione pubblica italiana. Ignazio Marino è un chirurgo. Dicono anche che sia un uomo onesto, ma questo non è un merito in un ambiente in cui si sostiene che l’importante è governare bene, anche se si ruba. Lo stanno massacrando. Gli rimproverano di tutto: di essere caduto dalla bicicletta, di aver sbagliato la nomina del capo dei vigili urbani, di aver girato per Roma con un camper Eurto 1, di essere andato a Milano il giorno in cui aveva invitato i romani a rimanere in casa per il maltempo. Come potete vedere, reati gravi. Lo hanno preso in giro perché sta pian piano chiudendo al traffico zone centrali della capitale ed anche perché ha dichiarato che vuole rendere navigabile il Tevere. E poi c’è la spinosa faccenda della Panda rossa, parcheggiata dove non doveva essere parcheggiata e passata dai valichi della Ztl senza autorizzazione. Perfino il suo partito lo abbandona. Lasciatelo dire, Ignazio, se avessi fatto come tutti gli altri, ti fossi fatto assegnare tre auto blu e altrettanti autisti, adesso dormiresti sonni tranquilli. Però, certo, quella cosa vergognosa di parcheggiare la Panda rossa nel posteggio riservato ai senatori non dovevi proprio farla!
- 5 Novembre 2014
Valentina Diouf è una delle splendide ragazze che hanno fatto sognare gli italiani ai mondiali di Volley. Brava, bella e simpatica. La scorsa settimana ho letto una intervista e mi ha colpito una frase. Valentina magnificava la singolarità del volley “uno sport pulito, senza doping né scommesse”. Mi ha colpito perché la Diouf metteva sullo stesso piano la droga e le scommesse. Come se entrambe corrompessero lo sport e falsassero i risultati degli incontri. Non affronto il problema della droga. Non c’è bisogno di ribadire tutto il male che le droghe fanno allo sport. Ma le scommesse? Non si parla di scommesse clandestine. Si parla di scommesse legali, alla luce del sole. Talmente alla luce del sole che molte agenzie di scommesse sponsorizzano le squadre di calcio. E che recentemente si è celebrato il matrimonio fra scommesse e quotidiani con l’avventura GazzaBet, l’unione fra Gazzetta dello Sport e un’agenzia di scommesse sportive. Però è vero che lo sport, il calcio soprattutto, è intriso di corruzione e che la corruzione è indotta dal mondo degli scommettitori, legali o clandestini che siano. Si scommette anche sugli sport individuali, tipo il tennis o la boxe. E in questo caso la truffa è un gioco da bambini. Come può resistere il favorito a non scommettere sull’avversario? Ai calciatori è vietato scommettere. Incredibile ipocrisia. Non possono scommettere ma vanno in campo pubblicizzando le scommesse. Ricordate i tempi antichi in cui sul risultato del derby ci si giocava una pizza?