- 19 Marzo 2014
La domanda che molti si fanno è: perché nei talk show si vedono sempre le stesse facce? Chi decide chi deve andare in tv? Scommetto che vi verrebbe da rispondere: quelli che piacciono di più ai conduttori. Non è così, o almeno non è sempre così. Molto spesso sono i partiti a decidere. Ed è per questo che le facce sono sempre le stesse. Sono le facce di coloro che i partiti decidono che debbono andare in tv. Con questo capiamo come fa il potere a perpetuare se stesso. Se la presenza nei media serve a creare consenso è chiaro che i più potenti si autopromuovono, si autoproteggono e si autoeleggono. Gli elettori, insomma, la smettano di lamentarsi perché non esistono le preferenze. Anche se esistessero il risultato non cambierebbe. Verrebbero eletti sempre i soliti noti. Il centro di ascolto radiotelevisivo ha monitorato quattro anni di presenze a Porta a porta e a Ballarò. E sapete chi è in testa? Berlusconi? Renzi? Bersani? Monti? Letta? No, sorpresa. In testa c’è Maurizio Lupi, primo per minutaggio a Porta a Porta e secondo a Ballarò. Domanda ingenua: ci sono possibilità che non venga eletto alle prossime elezioni? Comunque tranquilli: Matteo Renzi è in testa a Ballarò e terzo a Porta a porta. Ma ve lo immmaginavate Maurizio Gasparri sesto davanti a Monti (Porta a porta) e Italo Bocchino decimo (Ballarò)? E volete sapere dove è finito il povero Letta? Nono ( Ballarò) dietro a Stefano Fassina. Tutto questo per dirvi: smettetela di battervi per le preferenze. Vinceranno sempre loro. Comunque.
- 13 Marzo 2014
Ci cascano sempre tutti. Quando c’è di mezzo la satira, qualcuno che agiti il ditino di riprovazione c’è sempre. Stavolta c’è cascato Michele Anzaldi, il deputato del Pd, dopo aver visto l’imitazione della ministra Maria Elena Boschi fatta dalla bravissima Virginia Raffaele a Ballarò, ha scritto addirittura alla presidente della Rai, Anna Maria Tarantola per protestare. Ha scritto: “Gentile Presidente, mi permetto di chiederLe se condivide l’imitazione di Maria Elena Boschi a Ballarò e se ritiene opportuno che un ministro giovane, che finora ha dimostrato preparazione e capacità, sia ritratta come una scaltra ammaliatrice che conta solo sul suo essere affascinante. E’ questa l’immagine che il servizio pubblico della Rai, e Raitre in particolare, vuole dare alla vigilia dell’8 marzo?”. Michele Anzaldi fa parte, come segretario, della commissione di vigilanza Rai. E ammettendo pure che l’esistenza della commissione di vigilanza Rai abbia un senso, c’è da chiedersi se in quelle poche righe Anzaldi potesse aggiungere qualche altra boutade. Presidente, lei condivide l’imitazione? Ritiene giusto ritrarre come una scaltra ammaliatrice un ministra giovane? E non si rende conto che tutto ciò è avvenuto alla vigilia dell’8 marzo? Ci mancava solo il “cui prodest”. Ci mancava la “giustizia ad orologeria”. Dovrebbero fare un giuramento tutti quelli che si candidano al parlamento. “Giuro di non occuparmi mai di satira politica”. Oppure anche di contare fino a dieci prima di scrivere lettere alla presidente Tarantola.
- 5 Marzo 2014
Caro Enrico Lucci, io non so come poi è andata a finire la faccenda. Non so se poi tu, magari sulla spinta della pubblica opinione (bempensante), o di un tuo rimorso di coscienza, hai alla fine chiesto scusa al ministro Maria Elena Boschi per come l’hai investita mentre andava a giurare al Quirinale. Forse lo hai fatto ed io, colpevolmente, ne sono ignaro. Il problema è che raramente sono rimasto in imbarazzo vedendo una clip televisiva. Tu che cerchi di introdurti nel suo campo visivo e nella sua camminata rivolgendole volgarità, membri, strafica, rapporti, tutte basate sull’ambiguità e sull’equivoco: uno spettacolo indecoroso. E guarda, io non mi infilo nello scivoloso ambito del politicamente corretto, del sessismo, degli insulti alla donna in quanto donna. E’ solo una cosa brutta, che rientra nella categoria della maleducazione prima ancora che in quella del disprezzo per le donne. Qualcosa che ricorda più un rutto che non la scorrettezza di genere. Volgarità, ecco la parola giusta, volgarità gratuita, che non fa ridere e se anche facesse ridere sarebbe comunque bruttissima. Enrico, hai messo insieme due cose fastidiosissime: l’inviato che insegue il politico facendogli domande a ripetizione e la sgradevolezza dell’eloquio. Un record difficilmente battibile d’ora in poi. E che risulta particolarmente irritante sotto la firma delle Iene, e anche sotto la firma tua. Ci avevate abituato ad una satira dura, spesso feroce, ma sempre civile e precisa.