- 27 Febbraio 2014
Io mi sento circondato da ipocrisia, luoghi comuni, correttezza politica, finzioni, perbenismo, conformismo e non ne posso più. Invece di badare al sodo ci si ferma tutte le volte alla forma. Da quando nessuno chiama più gli extracomunitari “vu cumprà” qualcosa è cambiato in meglio per loro? Siamo diventati tutti molto educati quando trattiamo male la gente. Una delle cose più ridicole che siamo costretti a vedere quando sfogliamo i giornali sono i pixel che sformano i visi dei bambini. I visi dei bambini sono le cose più carine e gradevoli che si possono ammirare sui quotidiani. Ma pixelate il bimbo oppure rischiate sanzioni. I figli di Matteo Renzi vanno in Parlamento tutti orgogliosi del loro papà e vorrebbero essere riconosciuti dai loro compagni nelle foto dei quotidiani. Niente. Tutti pixelati. Ma nessuno si sogna di pixelare i bambini della scuola Colletti di Treviso che Matteo Renzi è andato a trovare appena eletto. Io non riesco a capire perché bambini bellissimi debbono essere così sfregiati dall’elettronica. L’altro giorno un bambino vestito da piccolo papa Francesco è stato preso in braccio dal vero papa Francesco in piazza San Pietro. Temevo l’arrivo dei pixel e invece no. Allora ho fatto una piccola ricerca ed ho scoperto che i bambini baciati dal papa non vengono pixelati. Qual è la regola? Non si sa. Ma il buon senso direbbe che il politicamente corretto, quando si esagera, è una gigantesca pirlata.
PS Ultime notizie: hanno pixelato anche il piccolo papa Francesco.
- 20 Febbraio 2014
L’imposta patrimoniale divide. Ci sono pochissimi ricchi che parlano bene della patrimoniale. E pochissimi poveri che ne parlano male. Ma i poveri in Italia contano pochissimo e votano malissimo. Così la patrimoniale in Italia è meno popolare di un’operazione a cuore aperto senza anestesia. Nessuna tassa è popolare. Ma è la regola basica del patto sociale. Se si vuole far funzionare una nazione ci vogliono i soldi. E i soldi si raccolgono con le tasse sul reddito, sui consumi, sui patrimoni. Le tasse sul reddito possono essere giuste o ingiuste. Dipende dalle aliquote e dalla loro progressività. Quelle sui consumi sono tendenzialmente ingiuste. Un aumento dell’Iva fa un baffo ai ricchi ma rende difficile la vita ai poveri. Ma una cosa è certa, la patrimoniale, cioè prendere i soldi dove i soldi sono, è una tassa fondamentalmente giusta. E dove sono i soldi? La metà della ricchezza accumulata in Italia è in mano al 10 per cento della popolazione. Tanto per capirci sei milioni di persone in Italia hanno tanti soldi quanti ne hanno gli altri 54 milioni. Se servono soldi per uscire dal baratro li chiediamo ai 6 milioni o ai 54 milioni? Ma in Italia quando le tasse colpiscono i ricchi ci sono grandi proteste. Quando colpiscono i poveri si dice: “Ce lo chiede l’Europa”. Per questo tutta la mia solidarietà vada a Fabrizio Barca che ha detto che se facesse lui il ministro dell’Economia varerebbe una patrimoniale da 400 miliardi di euro. Ovviamente non lo faranno mai ministro dell’economia.
- 12 Febbraio 2014
“Francamente non ricordo di aver contattato informalmente, da capo dello Stato, Mario Monti per sondare la sua disponibilità per un eventuale incarico”. Francamente Carlo Azelio Ciampi, che fu presidente della Repubblica, non lo ricorda. Non si può ricordare tutto anche se una cosa del genere, come il primo amore, non si dovrebbe scordare mai. In tutto il bailamme scatenato dal libro di Alan Friedman sui contatti segreti di Napolitano, nel 2011, per trovare un successore a Berlusconi ancora in sella, quello che mi ha incuriosito di più è stato l’intervento di Carlo Azelio Ciampi che intervistato dal Messaggero ha ricordato che forse una cosa del genere l’aveva fatta anche lui. E si è autoassolto. ”Anche se lo avessi fatto non ci sarebbe stato alcunché di anomalo”. Alcunché. “Ogni Capo dello Stato ha diritto di avere contatti riservati”. E poi: “Se lo avessi fatto non sarebbe stato certo un delitto”. Carlo Azelio Ciamopi ne è certo. “Non ci sarebbe stato nulla di anomalo o di irregolare”. Nulla. Io mi sono un po’ stancato di tutti quei politici che si ritengono al di sopra delle regole. Che quando non tocca a loro parlano di trasparenza e quando tocca a loro parlano di riservatezza. No. I presidenti sono eletti dai parlamentari che sono eletti dai cittadini. E sono pagati dai cittadini. E i cittadini vogliono sapere tutto, tutto. Non c’è nessun diritto alla riservatezza nella Costituzione. Io ti ho eletto e voglio sapere quello che fai. Perché ti ho eletto io e perché ti pago io. E scusatemi se sono volgare.
- 5 Febbraio 2014
Il dibattito è aperto: non si può bruciare nessun libro, nemmeno un libro brutto o pericoloso. Bruciare un libro è un atto violento che simbolicamente nega a qualcuno il diritto di esprimersi cancellando traccia del suo pensiero. E via con Voltaire. “Io non sono d’accordo con quello che dici, ma sono disposto a dare la vita, perché tu possa esprimere il tuo pensiero” . Va benissimo. Non si brucia il pensiero altrui. Il tema è succulento e si sa dove si comincia ma non si sa dove si finisce. Porte spalancate al luogo comune, all’enunciazione di sicurezze, al politicamente corretto. Facile fare bella figura. Quello che ha bruciato il libro di Augias è un pirlotto, ma veramente non aveva il diritto di bruciare il libro di Augias? Voi sapete che a me piace coltivare il dubbio. E che mi piacciono le contraddizioni. Quindi, pronti via. Gli intellettuali della sinistra si sarebbero scandalizzati se il pirlotto avesse bruciato Mein Kampf? Ve lo dico io: no. Voltaire avrebbe detto: “Io non sono d’accordo con quello che Adolf Hitler dice, ma sono disposto a dare la vita perché possa esprimere il suo pensiero”? Ve lo dico io: no. Quando si enuncia un principio categorico bisogna essere disposto ad andare fino in fondo. Il libro gode di un extra diritto? No. Molti Stati ancora oggi mandano al rogo libri. Quelli che negano l’olocausto, per esempio. E mandano in galera i loro autori. Una cosa è certa. L’indignazione è un prodotto di largo consumo. Ed ognuno la usa come vuole.