- 30 Ottobre 2013
Dal bunker dove si nasconde mentre gli altri si azzannano, ogni tanto esce Massimo D’Alema e ne spara una delle sue. Sono quasi sempre battute al fulmicotone, pervase di perfido sarcasmo, che uccidono i destinatari. L’ultima volta se l’è presa con Matteo Renzi, il quale con l’aria di colui che non parla mai, non fa altro che esternare un luogo comune dietro l’altro. D’Alema ha detto che il sindaco di Firenze gli ricorda quella pubblicità del Chlorodont fatta da Virna Lisi tanti anni fa. “Con quella bocca può dire ciò che vuole”. Cattivissimo D’Alema ma Matteo Renzi se l’è cercata. D’altra parte Renzi potrebbe facilmente difendersi perché questa è una caratteristica di tutti i politici che si sentono in diritto, con la loro bocca, di dire ciò che vogliono. Da Berlusconi, il principe di questa tendenza, che ancora oggi si difende dicendo che i comunisti ce l’hanno con lui, a Veltroni che disse che se ne andava in Africa ed invece è sempre qui. Da Giovanardi che se vede due donne che si baciano gli fa schifo come se facessero la pipì, alla Gelmini secondo la quale un tunnel unisce il Cern di Ginevra con i laboratori sotto il Gran Sasso. Ricordate che Supermario Monti disse che non sarebbe sceso in campo? E Bersani che ha farcito la sua campagna elettorale di tacchini sui tetti, mucche in corridoio e giaguari da smacchiare? Però ricordiamo anche che D’Alema aveva detto che mai e poi mai il Pd sarebbe andato al governo con il Cavaliere. Con quella bocca D’Alema può dire quello che vuole.
- 23 Ottobre 2013
Quante gliene hanno dette a Maradona. Certo era facile. Dei giudici hanno deciso che deve 39 milioni di euro all’erario. E lui si è permesso di fare il gesto dell’ombrello ad Equitalia invece di dargli i 39 milioni. In questa Italia dove una piccola parte emergente è sempre politicamente corretta mentre una enorme parte sommersa se ne frega dell’educazione formale, il gesto dell’ombrello ha scandalizzato i media. Quando si parla di tasse si entra in una palude. Per questo c’è qualcosa che non mi convince in tutto questo. Ricordo il caso di Valentino Rossi. Se non sbaglio doveva all’erario più di cento milioni e concordò per una trentina. Il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Massimo Romano, disse: “Voglio ringraziare Rossi per la linearità e la correttezza delle sue scelte”. Cioè ringraziò un evasore che aveva scippato agli italiani 70 milioni e se li era messi sul suo conto. Perché questi due pesi e due misure? Io credo che sia Equitalia il punto di ambiguità. Fermo restando che tutti debbono pagare le tasse Equitalia è l’immagine dello Stato usuraio e gabelliere. Maradona, secondo lo Stato, doveva pagare 6 milioni di tasse. E invece ne pretende, con interessi e multe, 39. Lo Stato non paga alle piccole industrie debiti per milioni di euro ma manda le ganasce di Equitalia a rendere impossibile la vita a quegli stessi imprenditori verso i quali è debitore. Maradona è maleducato e antipatico. E si vanta di avere segnato un goal all’Inghilterra con la mano. Ma siamo sicuri che abbia tutti i torti?
- 14 Ottobre 2013
Alle prossime olimpiadi dovrebbero introdurre una nuova specialità atletica: la corsa a destra. Vincerebbe sicuramente un politico italiano. Quando si sente aria di elezioni non c’è nessuno che non si alleni a spostare il proprio baricentro verso quella zona dove da sempre si pensa che sostino voti in attesa. Una volta questa zona era considerata il centro. Ma oggi il centro non sembra in grado di cedere molti volti. In questo momento il candidato alla vittoria nella corsa a destra è Matteo Renzi che pur essendo iscritto al Pd dice cose di destra, fa cose di destra, frequenta gente di destra. Ovvio, a destra c’è lo sfacelo e i voti sono in libera uscita più del solito. Sono voti di scontenti, delusi del personalismo inefficiente di Berlusconi, voti facili da accalappiare. Il discorso è semplice. Io sono di sinistra ed i voti della sinistra ce li ho. Per vincere ho bisogno dei voti della destra. Perfino Beppe Grillo si è tuffato in questa palude e fa l’occhiolino all’intransigenza e all’egoismo nazionalista della destra. Riusciremo mai ad avere una sinistra-sinistra contrapposta ad una destra- destra? Lo Stato ideale è quello dove ci sono la destra e la sinistra. Il centro non serve perché non si sa che cosa sia. Destra e sinistra invece si sa. La destra punta sullo sviluppo perché porterà come effetto collaterale la giustizia sociale. La sinistra punta sulla giustizia sociale che poterà inevitabilmente lo sviluppo. Presto, qualcuno mi dica su che cosa punta il centro.
- 8 Ottobre 2013
Qualcuno sostiene che il proletariato non esiste più.. Invece esiste. Sono gli operatori dei call center. Gli odiati operatori dei call center. Quelli che ci telefonano per convincerci a passare da Tim a Wind (si chiamano outbound). E quelli ai quali telefoniamo per spiegare che qualcosa non funziona (si chiamano inbound). Quelli che ci telefonano li odiamo perché ci ossessionano. Quelli ai quali telefoniamo li odiamo perché non risolvono il nostro problema. Li odiamo dimenticando che sono degli sfruttati, che guadagnano una miseria, che sono dei superprecari condannati a vita al precariato, che il loro lavoro è un martirio. Quando ho telefonato alle Ferrovie dello Stato perché per due volte mi era stato addebitata due volte la stessa cifra per lo stesso viaggio, e la cosa si ripetava ogni volta che tentavo di comprare un biglietto online, sono entrato nel kafkiano ginepraio dei call center. E’ andata avanti per un mese. Non c’era verso. Tutti gli operatori del call center di Trenitalia scaricavano le loro frustrazioni su di me e sul mio problema che veniva considerato impossibile da risolvere. Molti risolvevano il loro problema mettendo giù il telefono e lasciandomi lì come un cretino. Poi è arrivato l’angelo. Alle 11,10 del 25 settembre 2013 Francesca, operatrice A 407 (lo scrivo per la storia), ha risolto in cinque minuti tutti i miei problemi dimostrando che una vita da schiava può non distruggere la propria dignità e il senso del dovere. Dio la benedica dovunque si trovi (probabilmente in Albania).