- 19 Ottobre 2011
La lettera, probabilmente, comincia così: “Caro Papa”. Mittente Pupi Avati, cattolicissimo regista che va tutte le sere a messa nella parrocchia di San Giacomo a via del Corso a Roma. Avati scrive a Joseph Ratzinger? No, scrive al deputato del Pdl Alfonso Papa, recluso nel carcere di Poggioreale accusato di attività illecite condotte nell’ambito della cosiddetta P4. Una lettera di solidarietà. Papa amico suo? No. “Non l’ho mai visto in vita mia, ma tifo per i soccombenti”. Scrisse anche a Bettino Craxi, una volta, Pupi Avati. Ed ha scritto anche a Piero Marrazzo, recentemente. Alfonso Papa. “Dopo aver visto come lo hanno lapidato in maniera barbarica e indecente in parlamento, in un atteggiamento di perenne dileggio ho avvertito una vicinanza estrema alla sua tragedia personale. Hanno giocato con una vita umana”. Pupi Avati ha scritto anche ai suoi “amici cristiani”, un gruppo di parlamentari cattolici. E li ha rimproverati: chi sono loro per lapidare Papa? “Hanno votato per l’arresto ma un buon cristiano doveva astenersi. E’ questo che ci insegna il Vangelo”. E’ questo che ci insegna il Vangelo? Veramente? E i dieci comandamenti? Ma Pupi Avati tifa per i soccombenti. Ci sono 60 mila soccombenti nelle carceri italiane. Aspettano una lettera.
- 12 Ottobre 2011
Responsabile. Quando Domenico Scilipoti decise che per salvare Berlusconi doveva lasciare il partito di Di Pietro e votare la fiducia al Cavaliere, il 14 dicembre 2010, gli rimase, a lui e ad altri, appiccicato questo aggettivo: responsabile, anche se adesso si chiamano Popolo e territorio. E adesso, come chiamarlo? Non votando il rendiconto dello Stato alla Camera Domenico Scilipoti ha causato l’apertura della crisi più violenta capitata al berlusconismo quest’anno. Fabrizio Roncone, Corriere della Sera, mio coinquilino al piano di sopra di questa pagina, ci ha parlato. Non gli ha fatto notare, essendo un gentiluomo, che il vecchio adagio dice che chi ha tradito una volta tradisce anche una seconda volta. Questo no. E’ stato un vero signore. Ma ha strappato alcune perle. Ha detto l’ex responsabile: “Il 14 dicembre mi sono immolato per il bene del Paese. Quindi, sempre per il bene del Paese, ora posso anche fare un passo indietro”. Per il bene del Paese. Scilipoti fa tutto per il bene del Paese. Fa anche un passo indietro, per il bene del Paese. Ha detto: “Io ho le mie idee su come far uscire l’Italia da questa crisi. Ma se le mie idee vengono sempre ignorate…io entro nel dibattito e sto nella dialettica”. Ecco, bravo, nella dialettica. Per il bene del Paese. Che nessuno tiri fuori Scilipoti dalla dialettica. Per il bene del Paese.