Caro governatore del Veneto Luca Zaia, leggo un suo pensiero: “i vigili debbono parlare col popolo e il popolo è fatto anche di anziani e gli anziani parlano dialetto”. Questa sua considerazione serve a giustificare la pensata di Alfredo Beghin, assessore leghista di Battaglia Terme, paese di 4 mila abitanti in provincia di Padova: aggiungere in un concorso per vigili urbani come elemento di preferenza (due punti su trenta) “la comprensione della parlata veneta”. Uno legge il bando del concorso e pensa: “Vabbé, la madre dei cretini è sempre incinta”. Ma poi arrivano i commenti, come quelli di Zaia, e dici: “No, bisogna affrontare l’argomento. Non si può lasciar passare tutto come se fosse un simpatico rincoglionimento etnico. Ti viene in mente che si tratti di una maniera, anche se lieve, di favorire i “locali” nei confronti degli “esterni”. Interviene il sindaco Daniele Donà e dice: “Eh no. Se c’è un senegale cittadino italiano che sa bene il dialetto veneto nessuno lo discrimina”. Grande soddisfazione nella comunità senegalese di Battaglia Terme. Sono in molti i senegalesi infatti che già bestemmiano in veneto. Ma affrontiamo seriamente il problema sollevato dal governatore Zaia, gli anziani. E’ in nome loro che Zaia vuole il vigile che parla veneto. Gli anziani, sostiene Zaia, non capiscono l’italiano. E sai come sono fatti gli anziani di Battaglia Terme. La multa la vogliono in dialetto.

[csf ::: 19:07] [Commenti]
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Caro Daniele Luttazzi, chi scrive queste righe è un tuo estimatore. Uno dei tuoi tanti estimatori. Uno che ride alle tue battute e soprattutto uno che quando ascolta le tue battute è indotto a pensare. Uno cioè al quale succede quello che dovrebbe succedere sempre quando si ascolta buona satira. Immagina quindi quale dispiacere io abbia provato nel leggere le cattiverie che girano sul tuo conto. In buona sostanza sembra che tu copi. Sembra che tu segua con molta attenzione i comici americani e inglesi e traduca pedissequamente i loro divertentissimi testi per poi riproporli tali e quali al pubblico italiano. Sai che ti dico, Daniele? In fondo a me che tu possa aver copiato non interessa più di tanto. Io ti guardo e rido. Non è farina del tuo sacco? Pazienza. Se non me lo avessero detto io non lo saprei. E siccome non seguo i comici americani, in fondo questo è l’unico sistema per ridere di quelle battute. Ma quello che mi sorprende è la mancanza da parte tua di una spiegazione logica. Mi sarebbe piaciuto che tu dicessi, come dice il marito fedifrago alla moglie che l’ha scoperto a letto con una gnoccolona: “Calma, posso spiegare tutto”. Invece no. Qualche balbettio, diciamolo, un po’ patetico. Comunque non ti preoccupare. A me stai bene lo stesso. Mi piace quello che fai, quello che dici e come lo dici. Almeno finché non avrò imparato bene l’inglese.

[csf ::: 19:14] [Commenti]
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