La mamma dice al papà: “Bisogna spiegare a nostro figlio come nascono i bambini”. Il papà dice: “ Non so come fare”. E la mamma: “Fagli l’esempio delle farfalle”. Il papà chiama il figlio e gli dice: “La mamma vuole che tu sappia che quello che tu fai con la tua amichetta nel fienile lo fanno anche le farfalle”. Barzelletta vecchissima. Mi è venuta in mente leggendo di Silvana, 32 anni, maestra esemplare della quinta C della Bollini di Novara. Interpretando nella lettera e nello spirito il suo ruolo di insegnante che deve aprire gli occhi dei ragazzi ai misteri della vita, aiutandoli nelle loro difficoltà a decodificare ciò che vedono e ascoltano, quando un suo allievo le ha chiesto che cosa volessero dire alcune frasi pronunciate dai suoi genitori, gliel’ha spiegato. Ha cioè fatto il suo dovere dando alcune spiegazioni su sesso orale e masturbazione.

E’ successo di tutto. In questa società che ci inonda di sesso sui cartelloni pubblicitari, nei cinema, nei reality, sulle riviste, fa scandalo parlarne in uno dei pochi posti dove è dovere spiegare. E’ intervenuto il dirigente scolastico Vincenzo Guarino il quale ha detto l’unica cosa che non avrebbe dovuto dire: “Alle domande del bambino la maestra avrebbe dovuto dare risposte elusive”. Siamo a cavallo di due secoli. Il dirigente scolastico è rimasto in quello passato.

[csf ::: 17:13] [Commenti]
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Sembra che il problema sia la pipì. E’ per andare a fare la pipì che i deputati sostengono che tocca fare i pianisti. I pianisti, ricordo, sono quei parlamentari che votano anche per il loro compagno di banco assente. E’ un comportamento scorretto, indecoroso, truffaldino. Il voto è personale, non può essere delegato. Ma, dicono, se si vota mentre faccio la pipì? Vero. I pianisti, va detto, sono sempre gli stessi. Problemi alla prostata? Il compagno Fini, presidente della Camera, ha introdotto il voto certificato dall’impronta digitale. Alcuni irriducibili, tra di loro perfino quei leghisti che volevano prendere le impronte ai bambini rom, dicono che prendere le impronte è irriguardoso. Ma ora interviene il deputato del Pdl Massimo Maria Berruti, il militare della Finanza che dopo aver indagato su Berlusconi fu candidato ed eletto per Forza Italia alla Camera. Dice Berruti che si può votare anche mentre si fa la pipì. Basta mettere il dito sul rilevatore di impronte e poi con una pallina di carta bloccare il pulsante della votazione. E si chiede: “Faccio qualcosa di irregolare o di illecito?” E’ incredibile la quantità di questioni di legittimità che si può porre un deputato. Lo aiuto io, facendo ricorso alla desueta categoria dell’etica. Fa schifo. Scusi, sa? Ma è l’eterna diatriba fra moralisti ed incontinenti.

[csf ::: 15:24] [Commenti]
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Hugo Chavez, caso esemplare di dittatore democratico, ha avuto un’idea per sconfiggere l’imperialismo capitalistico. Sostituire Batman, Robin e Nembo Kid con Francisco de Miranda, grande eroe dell’indipendenza venezuelana, con Antonio Sucre, capo militare della guerra contro la Spagna e con lo schiavo ribelle, l’indio Guaicaipuro Pedro Camejo. Sono già pronte le statuine e le relative epopee. Non ci ha spiegato, il dittatore democratico, come farà Pedro Camejo, ad arrampicarsi sui grattacieli e se Francisco de Miranda sarà immune alla kriptonite. Dettagli. L’operazione eroi, santi e navigatori autoctoni noi italiani la conosciamo a memoria. Ma non vorremmo che anche da noi ci si ispirasse a Chavez e magari il premier, desideroso di aggiungere miti al suo mito, lo imitasse. Già vedo SuperFede e WonderBondi con mantello e tuta aderente, sorvolare Milano 2 in cerca di soprusi da smascherare.

[csf ::: 08:26] [Commenti]
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Questo è un promemoria per i direttori di giornali. Fabrizio Corona, figlio impresentabile, anzi, purtroppo, orfano di un galantuomo del giornalismo, Vittorio Corona, davanti ai giudici ha detto di essere innocente ma “moralmente la persona peggiore del mondo, degno dell’ergastolo”. Ha detto anche di essere una persona per bene. Corona è convinto che un essere immorale sia una persona per bene. Ricordiamocelo quando dobbiamo metterlo in pagina. Corona ha confessato di essere degno dell’ergastolo morale. Nemmeno lui sa perché, ma è vero. Ha sputato sentenze come un bambino viziato e presuntuoso dopo aver scolato i resti del whisky del papà. Ha detto che nei giornali italiani ci sono pochi direttori con le palle. Ha detto che Moratti non ha gli attributi. Ha insultato Adriano, Coco, Barbara Berlusconi, gli Agnelli. Non che questi signori meritino l’impunità. Ma sono le sue parole che lo condannano. Corona è un vetero frequentatore di bar che si crede fico. Questo è un promemoria per i giornalisti che vanno alla ricerca di microdichiarazioni. Corona è uno che dice, in tribunale, di essere molto simpatico, molto aperto e impartisce, lui ergastolano morale, lezioni di etica ai calciatori. Merito l’ergastolo moralmente: è l’unica cosa decente che Corona ha detto in una testimonianza piena di volgarità, allusioni, dettagli a luce rosse, giudizi grondanti presunzione. L’ergastolo morale, in questa società dello spettacolo dove l’obbiettivo è sempre più conquistare spazio e riempirlo con qualsivoglia baggianata, purtroppo non esiste. O meglio non esiste il luogo dove scontare la pena. Inventiamocelo noi. Noi giornalisti. Voi direttori. C’è uno spazio dove “restringere” il reo confesso di immoralità. E’ il vuoto. E’ il silenzio. Sbattiamolo là e gettiamo via la chiave.

[csf ::: 07:46] [Commenti]
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Adesso la chiamano “product placement”. Una volta, più semplicemente, veniva chiamata “pubblicità occulta”. E’ una cosa che è sempre esistita. Ma una volta era illegale, vietata, condannata, additata al disprezzo della gente. Occulta, appunto. Oggi è una branca dell’advertising. Vi ricordate il tipetto che si accendeva una sigaretta tenendo il pacchetto bene in alto, davanti alla telecamera? E quell’altro che beveva l’acqua minerale mostrando la marca durante interminabili sorsate? E quegli inseguimenti polizieschi in cui inquadrato, più che il bandito, era lo stemma dell’automobile in fuga? Bene, ci sarà anche nelle nostre fiction televisive. Carlo Degli Esposti, fondatore della Palomar e produttore di famose serie tv (“Perlasca”, “Gino Bartali”, “Giovanni Falcone” e “Montalbano”) prende le distanze, dice: “Temo un uso smodato e volgare di questa novità”. Ma poi aggiunge: “La novità in sé non è negativa”. C’era da giurarlo. Sono tutti contenti, anche gli scontenti. E così avremo due grandi risultati. Primo: le fiction piene di ammiccamenti. “Cara, passami una Coca”. “Splendido il tuo nuovo Armani”. “Uso solo la pasta Barilla”. “Il mio Swatch non sgarra un secondo”. E le telecamere a caccia di marchi e di loghi. Secondo: i tetti pubblicitari violati legalmente. E anche quei pochi soldi che rimangono alla carta stampa, deviati verso la televisione. C’è di che andare orgogliosi di questa trovata. Che fare? Niente. Io mi bevo una camomilla Pompadour, mi metto il mio pigiama Dolce e Gabbana, mi faccio una bella dormita sul mio materasso Eminflex. Domattina colazione a base di Kinder Bueno. E sono subito al lavoro, sulla mia Panda quattro per quattro. Me ne frego, io, della pubblicità occulta.

[csf ::: 11:08] [Commenti]
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Dopo aver scritto “La Casta”, Stella e Rizzo hanno dovuto scriverne una seconda versione, con un capitolo aggiuntivo, in cui hanno spiegato che la Casta, dopo essersi scandalizzata perché esisteva la Casta, non ha fatto nulla o quasi perché la Casta smettesse di esistere. Casta Continua. Autorigenerante. I privilegi, per alcune persone, sono una seconda pelle. Non si può chiedere a nessuno di spellarsi. Noi siamo il Paese dove gente divorziata ha fatto campagna contro il divorzio, gente che ha abortito ha combattuto l’aborto, omosessuali occulti non vogliono riconoscere i diritti degli omosessuali dichiarati. La morale procede su due canali. Io e voi. Io con i miei diritti e voi con i vostri doveri. La classe dirigente continua a comportarsi come facente parte di una serie A di eletti per i quali non valgono gli inviti alla moderazione generale. In Parlamento e al governo si spiega che c’è la crisi, che bisogna stringere la cinghia, che non si può fare a meno dei licenziamenti e della cassa integrazione. Ma i propri stipendi da privilegiati restano da privilegiati, alti e corroborati da fringe benefits che da soli renderebbero ricco un operaio, treni gratis, aerei gratis, telefoni gratis, segretari gratis, uffici gratis e pochissimi giorni di lavoro reale.

Diritti miei doveri tuoi. Di fronte al fenomeno scandaloso dei “pianisti” , quei parlamentari che, sbracciandosi, votano anche per il vicino di banco, il presidente della Camera Fini ha deciso di adottare un sistema elettronico che prevede il controllo delle impronte digitali. Ma ecco che qualcuno si offende e rifiuta di collaborare dichiarando la propria indisponibilità a mettere a disposizione i propri polpastrelli. Chi? Ovvio: i leghisti (primo fra tutti Matteo Brigandì), proprio quei leghisti che vorrebbero prendere le impronte digitali a tutti gli estracomunitari. E una volta volevano perfino le impronte dei piedi.

[csf ::: 11:46] [Commenti]
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