- 27 Ottobre 2008
Ma quanti dimostranti c’erano al Circo Massimo? Il gioco dei numeri. Il balletto delle cifre. Duecentomila, 480 mila, due milioni e mezzo. Per la questura di Roma quattro gatti. Per Veltroni tanti tanti tanti, un mare di folla. Per Berlusconi un vero e proprio flop. Ricordate all’asilo Mariuccia? Mio papà è colonnello. E mio zio generale! Figure da cioccolatai gratis per tutti. Io ho da tempo imparato a contare le grandi cifre usando il metodo che spiegò una volta alla radio il futurologo Vacca. Quanti passeggeri ci sono in un treno semipieno di media lunghezza? Dite un numero, mille? duemila? cento? Non andate a caso. Una carrozza ne contiene mediamente 50, le carrozze sono mediamente dodici. Ecco che possiamo affermare sperando di andare molto vicini alla realtà che i passeggeri sono circa 600. Con grande approssimazione ma anche con una grande possibilità di andare vicini alla verità. Ho applicato il metodo alla foto aerea del Circo Massimo affollato. Ho isolato un quadratino di un centimetro quadrato. Vi ho contato un certo numero di persone. Ho contato quanti centimetri quadrati affollati c’erano nella piazza e sono arrivato ad un totale molto, molto, molto lontano dai due milioni e mezzo di persone. E il corteo? Certo, il corteo. Un corteo ha file mediamente di venti persone. Tra una fila e l’altra c’è un metro. Morale: un corteo di due milioni e mezzo di persone sarebbe lungo 100 km. Insomma aveva ragione Berlusconi. Ma pur avendo ragione ha fatto la figura più meschina di tutti. Come mai quando le manifestazioni sono sue, i milioni valgono milioni e quando le manifestazioni sono di Veltroni valgono solo migliaia? Veltroni ha mentito sull’onda dell’entusiasmo. Berlusconi mosso dall’invidia. Come ha detto recentemente Di Pietro, “mai guardare lo stuzzicadenti nell’occhio degli avversari”.
- 11 Ottobre 2008
Io ci voglio andare alla manifestazione per salvare l’Italia organizzata dall’opposizione per il 25 ottobre. Ci voglio andare perché ho una crisi di identità. Quando Veltroni, a giugno, disse che bisognava organizzare qualcosa contro il governo, pensai subito che era come se qualcuno mi avesse offeso ed io gli avessi gettato un guanto di sfida in faccia e gli avessi detto: “Scelga lei l’arma. Ci vediamo dietro il cimitero fra quattro mesi”. Comunque, pensai fra me e me, meglio di niente. Sbagliavo. Era meglio niente. Nel frattempo: 1) Veltroni si è intiepidito che sembra uno di sinistra come poteva sembrarlo Nicolazzi; 2) Follini ha detto che la manifestazione andrebbe soppressa: 3) Rutelli ha detto che bisogna farla ma uscendo fuori “dallo schema della contrapposizione frontale”, perché bisogna lavorare insieme, opposizione e governo. Era meglio niente. Perché di passo in passo si è arrivati alla intervista al “Giornale” di Enrico Morando, coordinatore di quell’ente inutile che è il governo ombra del Pd. Ha detto Morando al Giornale che la manifestazione si deve fare, oibò. E perché si deve fare? Perché “non sarà anti-governativa”. Una manifestazione contro il governo “non anti-governativa”? Certo. Ha incalzato Morando: è necessario “incoraggiare e sostenere il governo”. Quindi una manifestazione contro il governo che sostenga il governo. Il Giornale, molto giustamente, ha titolato: “Il 25 ottobre Pd in piazza ma a sostegno del governo”. Morando, quando ha capito di aver pestato una boassa, ha scritto al Giornale protestando contro il “titolo grottesco” dell’intervista. Grottesco il titolo? Ai più è sembrato grottesco Morando. Ma più grottesco, come al solito, il premier. Il quale ha detto che con questa gente non si può dialogare. Perché? Perché scende in piazza per manifestare. Qualcuno lo dica a Berlusconi che Morando e Rutelli faranno il tifo per lui.
- 6 Ottobre 2008
E’ sempre una gioia per me leggere quello che dice Carlo Giovanardi, sottosegretario alla presidenza del Consiglio e – incredibile solo a pensarsi – leader della autorevole formazione dei Popolari Liberali. Sì, lo so che la maggioranza di voi nemmeno sa dell’esistenza dei Popolari Liberali, ma la colpa è vostra che non vi informate. E allora vi informo io sull’attività di Carlo Giovanardi. Intervistato da Alessandra Arachi sui metodi anticoncezionali Carlo Giovanardi ha risposto che nel tecnicismo ognuno sceglie la sua strada. Alla richiesta del significato della parola “tecnicismo” Carlo Giovanardi ha spiegato che è la tecnica da usare per non far nascere un figlio: “Ognuno sceglie secondo coscienza”. Incalzato, Giovanardi ha dimostrato di ben conoscere i vari tecnicismi: “Quando ho seguito il corso prematrimoniale nella mia Chiesa, sono stati loro ad illustrarci i metodi per la contraccezione”. Alessandra Arachi non lo ha mollato: “Il Pontefice ha espressamente parlato di metodi naturali…” E Giovanardi: “I metodi naturali hanno forti margini di errore”. Il Pontefice è servito. Perché il Pontefice, dice Giovanardi, dà un’indicazione. “E’ come per i dieci comandamenti: sono tracce. Poi ci sono le deroghe”. Ma va? Ma allora così sono capaci tutti. Così all’inferno non ci va più nessuno. Vi immaginate l’assassino che si presenta in Paradiso? Viene fermato da San Pietro che gli dice: “Altolà. Settimo: non ammazzare”. “Ma no, dice l’assassino. Non lo sai? Era una traccia. Poi c’era la deroga. Me l’ha detto Giovanardi!”