- 28 Maggio 2005
Eh no, cara Costanza Rizzacasa d’Orsogna, questa non me la dovevi fare. Mare o montagna? Reggicalze o autoreggenti? Doccia o bagno? Ma sono i vecchi luoghi comuni del giornalismo frou frou! E tu mi caschi proprio sull’antica, esausta domanda: preferite i boxer o gli slip? Boxer o slip? D’accordo, anche io l’ho chiesto una volta. Ma ero giovane e ricattato dal perfido direttore. D’accordo, anche io l’ho chiesto recentemente. Ma l’ho chiesto a Marzullo. E già sapevo che portava i boxer coordinati con la camicia, il divano e le tende. Non ci ho fatto un’inchiesta sul Riformista interrogando i sottosegretari. E poi, perché non i ministri? Forse perché sottosegretario sottintende qualcosa di più intimo? Mi sembra di immaginare la domanda: che cosa porta sotto, sottosegretario? Costanza, non farlo più. A proposito: tanga o mutanda ascellare?
- 23 Maggio 2005
Silvio Berlusconi intervistato sui suoi rapporti con le figlie Eleonora e Barbara da Silvana Giacobini, direttrice di Chi, settimanale della Mondatori, quindi di Berlusconi, viene travolto da irriverenti domande tipo: “Per cosa pensa che le sue figlie la amino?” Il premier, pressato dall’incalzante inquisitrice, non riesce ad evitare la domanda insidiosa: “Se una delle sue due figlie si fidanzasse con un no global lei che cosa direbbe?” Cielo! Ma si può essere più screanzata? Non poteva ipotizzare un disastro meno rovinoso? Che so, un fidanzato stalliere mafioso, uno spasimante falsificatore di bilanci, un moroso corruttore di giudici? Proprio no global doveva immaginarselo? Ma il premier reagisce con fermezza al colpo basso della sua direttrice. Puntualizza: “L’amore è cieco. Ma spero non fino a questo punto”. Grande Silvio! Silvana ko.
- 2 Maggio 2005
Sergio D’Antoni ha scritto al presidente della Repubblica. E questa è già una notizia. Gli ha scritto che vuole fargli anche lui una proposta per la nomina di un senatore a vita “mentre corrono nomi più o meno autorevoli”. D’Antoni vuole uno che venga dal mondo del lavoro. Chi? Un protagonista della nostra straordinaria storia sindacale. Sì, va bene, ma chi? Un esponente di rilievo del vario e articolato mondo impegnato attorno ai diritti del lavoro. Cioè chi? Chi ha dedicato e dedica al continuo progresso del valore fondativo del lavoro tutto il suo impegno intellettuale e morale. Che strazio! Prima che mi venga il latte alle ginocchia qualcuno avverta Sergio D’Antoni che il posto di senatore a vita serve a premiare chi ha dato lustro alla nostra Repubblica, non a far pubblicità a un’ambiente e a un’idea. Cioè: faccia un nome, accidenti.
Come ha accolto l’onorevole Mario Segni la proposta di Berlusconi di dar vita a un partito unico del centrodestra? L’Italia se lo domandava e lui non l’ha lasciata col fiato in sospeso: “Sono favorevole”, ha detto. Ma ha posto due condizioni sulle quali non è disposto a transigere. La prima è che nel simbolo del nuovo partito ci sia la parola “cristiano”. La seconda è che il leader del nuovo partito sia nominato attraverso le primarie. E con i laici di Forza Italia come la mettiamo con questa eterna voglia di Dc? “Si aprirà il dibattito”. E con Berlusconi come la mettiamo visto che il padrone del centrodestra è lui? “Non escludo affatto che possa essere ancora Berlusconi a guidare il partito. Ma serve l’investitura”. Altrimenti? “Solo a queste condizioni appoggeremo il premier”. Ma si può? Nell’entourage del Premier sono preoccupatissimi.